La Divina Commedia di Dante Alighieri Paradiso Canto VIII. Note al canto.
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LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PURGATORIO) - CANTO XXVII LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PURGATORIO) - CANTO XXVIII Dante Alighieri nell'enciclopedia La Divina Commedia nell'enciclopedia I Grandi Classici Cultura Didattica Educazione LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PARADISO) - CANTO VIIISolea creder lo mondo in suo periclo e quel corno d'Ausonia che s'imborga poscia conchiuse: «Dunque esser diverse convien di vostri effetti le radici: (123) per ch'un nasce Solone e altro Serse, altro Melchisedèch e altro quello che, volando per l'aere, il figlio perse. (126) La circular natura, ch'è suggello a la cera mortal, fa ben sua arte, ma non distingue l'un da l'altro ostello. (129) Quinci addivien ch'Esaù si diparte per seme da Iacòb; e vien Quirino da sì vil padre, che si rende a Marte. (132) Natura generata il suo cammino simil farebbe sempre a' generanti, se non vincesse il proveder divino. (135) Or quel che t'era dietro t'è davanti: ma perché sappi che di te mi giova, un corollario voglio che t'ammanti. (138) Sempre natura, se fortuna trova discorde a sé, com' ogne altra semente fuor di sua regïon, fa mala prova. (141) E se 'l mondo là giù ponesse mente al fondamento che natura pone, seguendo lui, avria buona la gente. (144) Ma voi torcete a la religione tal che fia nato a cignersi la spada, e fate re di tal ch'è da sermone; onde la traccia vostra è fuor di strada». (148) NOTE AL CANTO VIII(1-12) in suo periclo: «in suo periculo» (B.). «Al tempo che erano li uomini gentili e senza legge» (Lanèo); il folle amore: «lo stolto amore che nasce dall'appetito carnale» (B.); raggiasse: «Conv., II, 7: "Li raggi di ciascuno cielo sono la via per la quale discende la loro virtù in queste cose di quaggiù"» (T.); epiciclo: «lo circoletto (il cui centro è un punto della circonferenza di un cerchio più grande), per lo quale riceve lo pianeta, l'essere diretto, stazionario e retrogrado in suo movimento» (Lanèo). «Conv., II, 4: "In sul dosso di questo cerchio (dell'equatore) nel cielo di Venere... è una speretta che per se medesima in esso cielo si volge, lo cerchio della quale gli astrologi chiamano epiciclo; e siccome la grande spera due poli volge, così questa piccola: e così ha questa piccola lo cerchio equatore, e così è più nobile quanto è più presso di quello. E in sull'arco ovver dosso di questo cerchio è fissa la lucentissima stella di Venere... L'epiciclo nel quale è fissa la stella, è un cielo per sé, ovvero spera; e non ha una essenza con quello che 'l porta, avvegnaché sia più connaturale ad esso che agli altri; e con esso è chiamato uno cielo, e denominansi l'uno e l'altro dalla stella"» (T.); e di votivo grido: «di pregare con voti» (B.); ch'el sedette, ecc.: «Nel primo dell'Eneide, Amore, prese le sembianze del fanciullo Ascanio, figliuolo d'Enea, siede in grembo a Didone per accenderla del suo fuoco. Questo verso, che Alfieri a torto dice cucito, dimostra la dannosa credulità degli antichi che ammettevano una potenza arcana che inspirasse irresistibilmente funeste passioni; e così annientavano la libertà del volere» (B.B.); da costei: da Venere; ond'io principio piglio: da cui movo il presente canto; pigliavano, ecc.: toglievano (i pagani) il nome della stella, appellandola Venere. V. Par., IV, 63; che 'l sol, ecc.: «Coppa o nuca, è la parte di dietro del capo: ciglio l'anteriore. La stella di Venere vagheggia (ragguarda; B.) il sole ora di dietro, quando va dietro a lui e chiamasi Espero; ed ora dinanzi, quando lo precede, e chiamasi Lucifero» (B. B.).(13-21) in ella: «nel corpo di Venere: imperò che sono continui li cieli, sicché niuna cosa di voto è in mezzo» (B.); fede: certezza; far: farsi; è ferma: «tiene lo canto fermo; va: in su levandosi; e riede: «torna in giù calandosi» (B.). «Quando l'una è ferma, cioè tiensi su di una nota, e l'altra scorre per diverse modulazioni» (B. B.); lucerne: «splendori; erano li spiriti beati li quali si vedeano come si vedeno le faville del fuoco che volano per la fiamma» (B.); al modo: «secondo che ciascuna era allogata nel corpo di Venere - al modo della loro apprensione del sommo bene» (B.). (22-27) Di fredda nube: «generata da vapori freddi; disceser: ripercossi dal suo contrario» (B.); o visibili: «per vapore» (T.); o non: «o invisibili e solo sensibili per l'impressione da essi fatta ne' corpi» (B. B.); festini: solliciti e tostani, «Vuol qui dipingere il vento messo in fuga al formarsi della gragnuola» (Ces.); il giro: «la revoluzione e rotazione» (B.); cominciato: «Tutti i cieli si muovono col nono cielo a cui preseggono gli Angeli più alti (Conv., II, 6). Di lì comincia ogni inferior movimento» (T.); in li alti Serafini: «nel supremo ordine degli angeli. Li Serafini girano lo primo mobile; li Cherubini, l'ottava spera; li Troni, lo cielo di Saturno; le Dominazioni, lo cielo di Iove; le Virtù, lo cielo di Marte; le Potestati, lo Sole; li Principati, Venere; li Arcangeli, Mercurio; li Angeli, la Luna» (B.). (31-45) l'un: «E' Carlo Martello, il maggiore de' figli di Carlo II, detto il Ciotto o lo Zoppo, e di Maria d'Ungheria, figlia di Stefano V, e sorella di Ladislao IV re d'Ungheria. Morto Ladislao nel 1290, Carlo Martello per diritto materno si trovò legittimo erede della corona d'Ungheria; sebbene quegli che veramente regnò fu il suo emulo Andrea III, che morì nel 1301. Carlo Martello morì nel 1295 d'anni ventitrè, vivente tuttora il padre di lui; ma nel 1291 avea sposata Clemenza, figlia di Rodolfo di Habsburgo, imperator d'Alemagna, da cui ebbe un figlio chiamato Carlo Roberto, e per contrazione Caroberto, che fu riconosciuto ed eletto re d'Ungheria nel 1308. Carlo II di Napoli morì nel 1309, e avendo creduto Caroberto, figlio del suo primogenito, abbastanza provvisto, fece erede de' suoi Stati il suo terzogenito Roberto duca di Calabria poiché il secondogenito Luigi, che fu poi santo, era vescovo di Tolosa. Caroberto non s'acquetò di questo arbitrio del nonno suo, e pretese la successione negli Stati di Napoli e Provenza, come figlio del primogenito di Carlo II. Ma rimessa la cosa al giudizio di papa Clemente V, questi sentenziò in favore di Roberto» (B. B.). «In costui regnò molta bellezza e assai innamoramento» (Chiose); presti: «apparecchiati» (B.); ti gioi: «prendi giovamento e diletto» (Lan.); Gioisca, dall'antico: gioiare; ci volgiam: «ci volgiamo in giro intorno a Dio; coi Principi celesti: cogli angeli; d'un giro: per un medesimo cerchio (dentro la medesima orbita; B. B.); l'un girare: d'una medesima forma di girare (con un medesimo moto circolare; B. B.); e d'una sete: e d'uno medesimo desiderio (di tendere al cielo empireo; B. B.)» (B.); Voi, ecc.: «Fece Dante nella sua iovanezza molte canzoni morali, et una incomincia: Voi che 'ntendendo, ecc. (la prima del Convito) nelle quali parole dirizzò lo sermone suo ai principati, che hanno a muovere lo terzo cielo di Venere: 'ntendendo, collo intelletto apprendendo la voluntà d'Iddio; e gli angeli si chiamano intelligenzie: imperò che continuamente intendono Iddio» (B.). «Isti motores tertii coeli dicuntur principatus, ideo quod sibi subditis quae sunt agenda disponunt, et eis ad explenda divina mysteria principontur» (P. di D.); non fia men dolce: del girare; di quiete: a di riposo e cessamento dal girare per un poco» (B.); Poscia che li occhi miei, ecc.: «posciaché, senza far motto, con uno sguardo pieno di riverenza ebbi domandato alla mia donna se ell'era contenta ch'io parlassi, ed ella gli avea fatti contenti del suo sorriso, e certi della sua approvazione, ecc.» (B. B.); a la luce, ecc.: «a quella beata anima» (B.) «che mi avea fatte così larghe profferenze di sé e degli altri» (Ces.); Deh, ecc.: altri: Di' che se' tu; impressa: «spinta» (B.). «Scolpita» (Ces.). (46-57) far piue: farsi più grande e bella; Così fatta: così bella qual vedi. «Tale era la mia interiore bellezza, quale ora la luce» (T.); stato: «se fossi più vissuto» (T.); molto, ecc.: imperò ch'io l'arei stroppiato (impedito)» (B.). «Dante fa qui profetizzare i mali delle guerre cagionate da Roberto per opporsi all'ingrandimento di Arrigo VII» (B. B.); quasi animal: «come baco da seta chiuso nel suo bozzolo» (B. B.). «Siccome la seta del filugello asconde lo vermicello che v'è dentro» (Lan.); m'amasti: «Carlo Martello venne giovinetto a Firenze, ed ivi strinse amicizia con Dante» (B. B.). Benv.: «Cum isto Dantes habuit certam familiaritatem, quum venisset semel Florentiis cum CC juvenibus accinctis in pari habitu vestium et equis magnifice ornatis, more neapolitano... Venerat enim obviam patri, qui redibat de Gallia, facta pace cum domino Jacobo, rege Aragonum. Quo tempore Dantes florebat in patria, juvenis XXV annorum»; di mio amor, ecc.: «io t'arei mostrato lo mio amore coi benefici e non colle parole» (B.). «Lo frutto» (Lanèo). (58-75) si lava: «s'imbagna, et imbagnando si lava» (B.); per suo
segnore: «la Provenza che s'appartiene al reame di Puglia dovea essere
signoreggiata da me; a tempo: poiché fusse morto Carlo Zoppo mio padre;
m'aspettava; a me s'apparteneva la signoria» (B.); che s'imborga: «hae per
borghi, cioè per cittadi» (B.). «Circoscrive il reame di Napoli: Bari accenna
alla costa Adriatica; Gaeta al Mediterraneo; Catona alla punta quasi estrema
della Calabria; il Tronto e il Verde ai confini con gli Stati della Chiesa tra
l'uno e l'altro mare, giacché il Verde non è che il Liri» (Antonelli); Catona:
borgo vicino a Reggio di Calabria; da ove, ecc.: «cominciando da quel punto in
cui il Tronto, ecc. Il Tronto sbocca nell'Adriatico, e il Verde nel
Mediterraneo» (B. B.); Fulgìemi, ecc.: «Carlo Martello, vivente suo padre, fu
coronato re d'Ungheria, per la quale passa il Danubio sceso dalla Germania» (B.
B.); Trinacria: «la Sicilia, che si chiama così da tre monti altissimi che ha:
Peloro, Pachino e Lilibeo; caliga: oscura e fa fummo» (B.); tra Pachino e
Peloro: «tra Siracusa e Messina. Pachino, ora Capo Passaro; Peloro, ora Capo
Faro; 'l golfo: di Catania; Euro: vento di Levante; maggior: che d'altro vento;
briga: guerra» (T.); non per Tifeo: «Vuol dire che non fa fummo Etna per lo
gigante Tifeo, che fingeno li poeti che sia posto soto la Sicilia» (B.); «ma per
le miniere di zolfo che alimentano il fuoco» (B. B.); attesi avrebbe, ecc.: «la
Sicilia non si sarebbe ribellata alla nostra casa, dandosi a Pietro re di
Aragona, ma avrebbe aspettati come suoi legittimi re i discendenti di Carlo
Primo mio avolo, nati di lui per mio mezzo, e di Rodolfo d'Habsburg imperadore,
mediante la figliuola di lui Clemenza, mia consorte» (B. B.); accora, ecc.: «fa
gagliardi, o animosi per disperazione» (B.). Contrista e muove ad ira; Mora,
mora: «lo iustizieri e li altri Franceschi che v'erano» (B.). «Accenna al
Vespro, o alla strage de' Francesi (30 marzo 1282)» (B. B.). La Divina Commedia di Dante Alighieri Paradiso Canto I Canto II Canto III Canto IV Canto V Canto VI Canto VII Canto VIII Canto IX Canto X Canto XI Canto XII Canto XIII Canto XIV Canto XV Canto XVI Canto XVII Canto XVIII Canto XIX Canto XX Canto XXI Canto XXII Canto XXIII Canto XXIV Canto XXV Canto XXVI Canto XXVII Canto XXVIII Canto XXIX Canto XXX Canto XXXI Canto XXXII Canto XXXIII Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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